Storia

L'ebanisteria Dolce – Sorrentino vanta una lunga e comprovata esperienza tramandata in famiglia di generazione in generazione, nella realizzazione di opere di restauro e di manufatti lignei pregiati.

E' attiva sulla piazza napoletana sin dal 1885 ma da oltre quarant’anni, sotto la direzione di Salvatore Sorrentino prima e del genero Luca Dolce poi, è unanimemente riconosciuta come una delle botteghe più preparate ed aggiornate in questo specifico settore del restauro di mobili antichi a Napoli.

L’esperienza acquisita ha fatto sì che la bottega sia stata documentata dai principali quotidiani nazionali (Il Mattino, La Repubblica, Il Giornale ), servizi televisivi (Geo&Geo, Officina Italia TGR Campania ), servizi web (www.idealista.com), inoltre collabora per i più accreditati antiquari napoletani, per i discendenti delle più prestigiose casate aristocratiche italiane e con i principali architetti per l'ADSI (Associazione Dimore Storiche Italiane – Sezione Campania).

Nel corso del Novecento, inoltre l’ebanisteria Dolce Sorrentino ha saputo coniugare alla perizia realizzativa una sensibilità particolare e raffinata per il recupero, consolidamento, valorizzazione e restauro del patrimonio ligneo antico.

Passato e presente

La storia della famiglia Dolce - Sorrentino attiva sulla piazza come bottega di restauri mobili antichi a Napoli fin dal 1885 come testimoniano fonti d’archivio, le diverse generazioni di artigiani susseguitesi negli anni hanno tramandato grande originalità creativa e solida esperienza imprenditoriale. Tutt’ora, nella storica sede di Via Giovanni Bausan 28 G, è possibile ritrovare essenze di legni rari insieme a disegni fantastici e sperimentazioni originali. I più giovani discendenti hanno intuito quanto fosse ormai necessario specializzarsi nel settore della diagnostica e nello studio delle tecniche risalenti al passato.

Partendo da questi presupposti, l’ebanisteria Dolce - Sorrentino opera mirando al ristabilimento dell’unità potenziale dell’opera d’arte, purché ciò sia possibile senza commettere un falso artistico o un falso storico. Anzi, s’impegna affinché non siano cancellati definitivamente i segni del passaggio dell’opera d’arte nel tempo. La consapevolezza che restaurare non significa rendere nuovo, ma recuperare la bellezza dell’antichità guida ogni gesto, ogni intervento delle maestranze specializzate della bottega. Tutto l’impegno della famiglia artigiana, Dolce - Sorrentino è racchiuso nell’imperativo categorico che ispira ogni progetto di intervento: non si tratta di far scomparire le ferite o le cicatrici del tempo, ma solo di curarle, esaltandole come eredità peculiare del manufatto. L’opera d’arte non deve mai diventare una imitazione di sé stessa.

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